COS’È L’AURA EMICRANICA?

L’aura è un fenomeno elettrico che coinvolge alcune aree della corteccia cerebrale espandendosi in modo progressivo dall’area occipitale (posteriore) all’area frontale (anteriore) portando a dei deficit di funzionamento dei centri coinvolti.

AURA VISIVA

L’aura tipica è rappresentata da sintomi visivi (AURA VISIVA). La variante visiva rappresenta il tipo di aura più comune e si manifesta usualmente sotto forma di spettri di fortificazione, con figure a forma stellata inizialmente vicine al punto di fissazione e che gradualmente diffondono a destra o a sinistra, assumendo forma convessa lateralmente con bordi angolati scintillanti che lasciano nella propria scia scotomi assoluti o relativi di vario grado. In altri casi è presente scotoma senza fenomeni positivi, a estensione graduale.

AURA SOMATOSENSORIALE

Seguono a volte dei disturbi sensitivi (AURA SOMATOSENSORIALE), per lo più a tipo “punture di spilli”, che si diffondono lentamente dall’estremità di un arto fino ad interessare unilateralmente un’area più o meno vasta del viso.

AURA COMPLESSA

Meno frequentemente dopo i disturbi sensitivi compaiono disturbi del linguaggio, per lo più rappresentati da afasia cioè da difficoltà ad esprimere i propri pensieri o semplici parole (AURA COMPLESSA).

Lo sviluppo graduale, la durata non superiore a un’ora, la presenza di sintomi positivi e negativi e la completa reversibilità sono le caratteristiche che identificano l’aura.

I sintomi usualmente compaiono in successione: dapprima i disturbi visivi, seguiti da quelli sensitivi e da afasia, ma l’ordine di comparsa può essere anche inverso o seguire un’altra sequenza, quasi sempre segue una crisi di emicrania per lo più simile a quella di cui i pazienti hanno esperienza abituale. A volte l’aura non è seguita da dolore.

Molto spesso il paziente riferisce uno stato di malessere che perdura anche per 24/48 ore caratterizzato da astenia, sensazione di rallentamento ideo-motorio, senso di confusione che a volte incide maggiormente sulla disabilità del paziente che il dolore.

Il fenomeno non è equiparabile ad un evento ischemico cerebrale (anche se i sintomi possono richiamare questa patologia) dato che è l’espressione di un transitorio deficit di tipo elettrico che una volta risoltosi non lascia traccia o danno residuali.

La frequenza tipica è di 3-4 episodi l’anno ma non è insolito avere crisi più frequenti nei periodi di maggior stress o durante la gravidanza.

Dato che un episodio di aura rappresenta uno stress per la nostra corteccia cerebrale è sempre meglio cercare di ridurne il numero con una adeguata prevenzione oppure bloccarla sul nascere assumendo Aurastop.

Cosa è in grado di fare Aurastop?

AURASTOP è in grado di:

  • Ridurre o di ottenere una rapida scomparsa del fenomeno dell’aura se assunto al suo inizio, grazie all’azione sinergica dei suoi 3 componenti, agendo sui vari meccanismi cerebrali che portano alla sua comparsa. Il paziente avrà, dopo la sua assunzione, non solo la piacevole esperienza di avere una riduzione dei fenomeni che caratterizzano l’aura e la riduzione della sua durata, ma anche a volte di non avere nemmeno l’abituale cefalea che inevitabilmente segue l’aura o perlomeno di avere una cefalea molto meno intensa e con una risposta all’analgesico o triptano abituale molto più veloce ed efficace.

  • Ridurre drasticamente la frequenza dell’aura se assunto con regolarità 2 volte al giorno (ore 8 -18) come prevenzione (*) , consigliato a chi ha più di 5-6 attacchi all’anno , assumerlo per almeno 2 cicli di 3 mesi all’anno o nei casi piu’ gravi anche in modo continuativo per 1 anno.

*(Aurastop©) in the Prevention of High Frequency Migraine with Aura.
Open Access Library Journal – October 30, 2018

Cosa fare in causa di aura?

IL PAZIENTE CHE DOVESSE AVERE UN EPISODIO DI AURA SOPRATTUTTO IL SUO PRIMO EPISODIO DEVE SEMPRE ESEGUIRE UNA VISITA NEUROLOGICA IN UN CENTRO CEFALEE.

Il neurologo poi prescriverà gli esami necessari come una RMN encefalo completa di Angio-RMn dei vasi intracranici, una teletermografia, un doppler transcranico per la ricerca della pervietà del forame ovale che nei pazienti con aura emicranica è presente fino nel 65% dei casi.